![By Matteo.cescato (Own work) [CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons By Matteo.cescato (Own work) [CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons](https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/static.comunitatrentina.it/var/tesino/storage/images/territorio/storia-del-tesino/conte-biagio-delle-castellare/13389-3-ita-IT/Conte-Biagio-delle-Castellare_imagefull.jpg)
Tradizione vuole che verso la metà del Trecento, un gruppo di Tesini armati di bastoni, forche e altri arnesi rudimentali, dopo avere saputo dell’assedio in corso al castello di Biagio delle Castellare da parte delle armate carraresi, sia sceso prima a Grigno e poi verso castel Ivano cercando di catturare il tiranno per processarlo e giustiziarlo secondo i vecchi statuti della comunità. Ma Biagio, che nel frattempo si era rifugiato in territorio tedesco, riuscì a sfuggire alla cattura e alla popolazione indignata non restò altra soddisfazione che quella di sottoporre al giudizio della comunità un fantoccio di paglia con le sembianze del conte.
E’ questo il nucleo centrale della leggenda carnevalesca del Biagio. Leggenda che si sviluppa su un fatto storico realmente accaduto nel 1365. Proprio in quell’anno Siccone di Caldonazzo, alleato di Carlo IV di Lussemburgo, aveva preso d’assalto il castello di Pergine con il proposito di appropriarsi poi anche di altri territori in Valsugana. Francesco da Carrara, allora impegnato in contese con i signori di Mantova, incaricò Biagio di organizzare nel più breve tempo possibile un esercito. A questo scopo Biagio si rivolse anche alla comunità tesina la quale, però, gli negò uomini, cavalli e viveri. Ricevuti rinforzi da Padova, Biagio marciò verso Levico, ma nell’estate del 1356 fu sconfitto nei pressi di Selva, nel frattempo conquistata da Siccone. Costretto a ritirarsi nei castelli di Ivano e di Grigno, adirato per la disfatta e per non essere stato aiutato dai Tesini, Biagio saccheggiò e bruciò Castello, Pieve e Cinte vessando la popolazione con ogni sorta di angherie.
A seguito della pace, conclusa a Padova il 9 ottobre 1356, Francesco da Carrara dovette cedere ai duchi d’Austria i castelli di Pergine e Selva di Levico con gli annessi feudi. Nominò Biagio (da quel momento ‘delle Castellare’ dall’omonimo castello di Grigno dove si era insediato) signore con poteri assoluti su Grigno e Tesino. Fu questo l’inizio di nove lunghi anni durante i quali la popolazione della valle subì dal nuovo signore soprusi inauditi, angherie, violenze, vessazioni, omicidi e stupri.
Quando, verso la fine del 1364, Rodolfo IV d’Austria mosse guerra a Francesco da Carrara, Antonio d’Ivano e Biagio delle Castellare lo tradirono reputando gli Austriaci di gran lunga più forti. Ma la guerra, inaspettatamente, volse a sfavore di questi ultimi e il Carrarese, rinforzatosi di nuovi alleati, riconquistò Grigno. I Tesini, velocemente armatisi, raggiunsero Grigno per appoggiarne l’esercito intanto impegnato nell’assedio del castello di Biagio. Difeso da pochi uomini il maniero fu rapidamente conquistato anche se il conte, nel frattempo, era riuscito a fuggire alla cattura e a rifugiarsi, insieme ad un gruppo di suoi fedeli, nel vicino castello di Antonio d’Ivano. Dopo giorni di battaglie i carraresi riuscirono ad espugnare anche questo rifugio e a catturare Biagio delle Castellare, il signore d’Ivano e le loro famiglie. Nonostante i Tesini pretendessero la testa di Biagio, Francesco da Carrara negò la consegna dell’ostaggio ed essi, in sua vece, giustiziarono un fantoccio e alcuni dei suoi sgherri che si erano distinti per misfatti e crudeltà. A parziale soddisfazione, gli abitanti della valle stabilirono di celebrare, il primo giorno di Quaresima di ogni anno, un processo in contumacia durante il quale elencare e denunciare le colpe per il quale il crudele Biagio meritava la pena di morte.